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SULLE FRONTIERE DEL FAR WEST 221

da fare, si slanciarono giù dal ponte ed entrarono nel salotto, ma si avvidero subito che Minnehaha era scomparsa.

By-god!... — esclamò Harry, stringendo le pugna. — Dove sarà scappata quella piccola vipera? Ho più paura quasi di lei che di Caldaia Nera.

Se io fossi stato John l’avrei lasciata legata sul pino a pasto degli urubus....

Giorgio, cerchiamola. —

L’intendente li aveva raggiunti per guidarli.

I due scorridori visitarono le stanze del primo piano, poi quelle superiori gettando tutto in aria, poi frugarono i solai senza trovare la figlia di Yalla.

— Quella briccona è scappata!... — esclamò Harry, il quale appariva più preoccupato di quello che realmente non fosse, poichè preferiva saperla più lontana che vicina.

Non convinti, passarono nelle scuderie, poi nelle tettoie ingombre di sacchi pieni di maiz e di montagne di cotone, sotto le quali era facile nascondersi, e sempre col medesimo risultato.

— Lasciamola andare, — disse Giorgio. — Se se n’è andata tanto meglio.

— E da quale parte può essere fuggita, se i ponti erano già stati rialzati? — soggiunse Harry.

— Tu sai che le pelli-rosse sono agili come le scimmie. Si sarà arrampicata sulla palizzata e si sarà lasciata cadere nel fossato.

Forse si trova nascosta fra le erbe che ingombrano il fondo. Vada all’inferno!... Tanto peggio per lei se riceverà una buona doccia di olio bollente. —

I due scorridori, convinti ormai, al pari dell’intendente, che la piccola selvaggia avesse approfittato del momento in cui nessuno più pensava a lei, per raggiungere i suoi compatriotti, ritornarono nel cortile dove John ed il figlio del colonnello preparavano febbrilmente la difesa.

Numerosi fuochi ardevano dietro le palizzate e su quelli borbottavano, mandando un puzzo insoffribile, delle caldaie e dei pentoloni pieni d’olio di cotone.

Alcuni negri li alimentavano senza tregua, tenendo in mano delle casseruole dal manico lunghissimo che di quando in quando tuffavano nel recipiente.

Sui ponti delle palizzate avevano intanto preso posto gli altri, insieme ai meticci, i quali mostravano un ardore guerresco veramente ammirabile. Si trattava di difendere le capigliature e poi la pelle.

Sul margine della pineta altri cavalieri indiani erano tornati a mostrarsi, caracollando insolentemente e sparando, più per fare un po’ di baccano che altro, qualche colpo di fucile, senza osare però, almeno pel momento, di avvicinarsi.