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SULLE FRONTIERE DEL FAR WEST 237

scure, rovinarono con gran fracasso attraverso il fossato, formando un vero ponte.

— A cavallo!... — urlò subito John.

Gl’Indiani che si trovavano dall’altra parte, una cinquantina in tutti, poichè gli altri avevano continuata la loro corsa circolare, vedendo precipitare quell’enorme pezzo di cinta, erano rimasti come pietrificati dallo spavento.

Il peggio fu quando si videro rovinare addosso i trenta mustani, dei quali quindici erano montati dagli assediati che tenevano le carabine puntate.

I destrieri, spaventati dalle fiamme che già divoravano l’hacienda con rapidità spaventevole, e spronati a sangue, in un lampo avevano attraversato il fossato, urtando furiosamente i guerrieri rossi che in quel momento avevano messo i piedi a terra, forse per meglio accomodare i rami di pino.

— Fuoco!... — gridò l’indian-agent, il quale già aveva ricaricato il suo rifle.

Quella scarica mandò a catafascio la banda rossa che non si era ancora rimessa dallo stupore.

I quindici mustani che galoppavano in linea serrata, trattenuti dalla corda, mandarono a gambe levate quanti erano rimasti in piedi.

La caballada, sfondati, con impeto irresistibile, gli assedianti, passò oltre slanciandosi, ventre a terra, verso la pineta per guadagnare le rive del Lago e di là le grandi praterie dell’est, dove potevano sperare di trovare qualche soccorso da parte della cavalleria americana, dato il caso che avesse già attraversato l’Arkansas e fosse entrata in campagna.

Le altre bande indiane guidate da Yalla, da Mano Sinistra, da Caldaia Nera e da Nuvola Rossa, stavano compiendo in quel momento il giro intorno alla fiammeggiante fattoria.

Vedendo gli assediati fuggire, mandarono un urlo tremendo e si misero in caccia, sparando e scagliando non pochi tomahawahs.

John, che cavalcava dietro ai primi quindici cavalli, sempre trattenuti dalla corda, deviò bruscamente verso il fiume, perchè non imbarazzassero la corsa degli altri, urlando:

— Tutti dietro di me!... Alla carica!... Non perdete tempo a far fuoco!... —

Da buon conoscitore, si era scelto un cavallo che pareva avesse il fuoco nelle vene e le ali alle zampe, e conduceva il drappello in una corsa furibonda, disperata.

Se era un magnifico cavaliere, lo erano però anche gli Arrapahoes e gli Sioux, e quei terribili guerrieri della prateria alta e bassa, pur non avendo sotto di loro cavalli assolutamente freschi, non rimanevano indietro.