Pagina:Tebaldo e Isolina.djvu/21

Da Wikisource.

19
Tutti sono alla festa: L’odioso

Tumulto ne rimbomba
Sin tra quest’ombre, e grave al cor mi piomba.
Abborrito nemico! — Tu trionfi,
Le tue glorie festeggi... e nello stesso
Avito mio soggiorno,
Da cui scacciato un giorno,
E colla infame taccia d’assassino.... fremente
E assassino di chi!..Sposa adorata,
Io che ti piango ognora, io che sospiro,
Già da tre lustri... e fremo... Oh Ciel! che miro?
si volge, e vede varj alberi che riconosce, e con emozione.
Il salice, che il giorno
Di mie nozze piantai! La querce mia
Grandeggia ancora!... I pini de’ miei figli!
O dolci, e amare rimembranze! Allora con pas.
Felice sposo, lieto padre... Ed ora!...
               Isolato sulla terra
               Tutto omai per me finì
               Freddo marmo oh Dio! rinserra
               Quanto a me fù caro un dì.
               Sposa; amore; figli; onore;
               Vil nemico a me rapì.
Per le segrete sotterranee vie,
Che dalle tombe di quel tempio in seno
Conducono de’ monti,
Io su gl’indegni piomberò — Già pronti
Son tutti i fidi miei„ Ma chi s’avanza, osserv.
Un Guerriero! - E chi mai? —
S’osservi. abbassa la visiera, e si ritira
(dietro le rovine del Tempietto.