Pagina:Tigre Reale.djvu/21

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do, s’era inchinato sorridente e senza batter ciglio dinanzi a non so qual frase indifferente della contessa, la quale «lo pregava di credere che era sorpresa e dispiacentissima della cosa,» e allontanandosi alquanto dalla folla, insieme a La Ferlita, avevano scambiato tranquillamente poche parole. La contessa non aveva più ballato, del resto ballava pochissimo, e allorchè Giorgio la cercava pella sua contraddanza che gli costava un duello, la vide che se ne andava, senza rivolgergli neppure un’occhiata, come non si rammentasse di nulla.

Si curò poi di sapere quale di quei due uomini avesse pagato colla vita un suo capriccio da romana al circo? Nel tempo che Giorgio aveva guardato il letto, molte persone erano state alla sua porta, e gli erano venuti molti biglietti di visita, fra i quali, ultimo, quello senza nome che La Ferlita mi aveva mostrato.