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cabile che faceva quasi paura su quel viso bianco e rigido. Infine cedendo ad un impulso irresistibile La Ferlita afferrò vivamente la mano di lei che dapprima rispose alla sua stretta con una pressione nervosa, bruciante di febbre sotto il guanto; poi si svincolò bruscamente, quasi con collera.
— Che avete, le domandò.
Ella rispose con voce sorda:
— Mi disprezzo!
In questa il legno si fermava. Nata discese, gli strinse la mano, senza guardarlo; sentendo la stretta di quella di lui, muta, disperata, supplichevole, gli piantò in viso quello stesso sguardo del palchetto, duro e freddo come l’acciaio, luccicante ai fanali della carrozza, e con accento breve e secco:
— Non vi amo, sapete — disse — no!
E lo inchiodò sul marciapiedi con quello sguardo, con quelle parole, allontanandosi senza dir altro.