Pagina:Tragedie (Pellico).djvu/431

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426 tommaso moro.

A prò di Moro adoperossi.
2° Cittad.                                              Il Cielo
Deciderà dove maggior sia colpa.
Ma intanto Moro oggi perisce.
1° Cittad.                                                   Il padre
Della patria! Colui che dopo i sommi
Di corte onori, a sua privata vita
Povero ritornò! Colui che l’oro
Altrui non guardò mai nè il nascimento,
Giustizia amministrando! Il sol che ardito
Parlasse il vero al popolo ed a’ grandi!
2° Cittad.Ah! la Inghilterra che una volta io vidi
Non è più questa! Non dirò d’Arrigo:
Egli è nostro signor: dobbiam suoi falli
Con ossequio compiangere, e tacerci.
Ma quel che parlamento anco si noma
Ch’altro è più in nostr’età, fuorchè vil gregge
D’esecutori d’ogni rio comando,
Cui se dicesse Arrigo: «Ite, l’incarco
» Io vi do di carnefice,» la infame
Scure giocondi afferreriano tutti?
1° Cittad. Taci, incauto. Non vedi intorno intorno
Satelliti aggirarsi?
2° Cittad.                               E chi son quelli
Ch’escon delle prigioni?
1° Cittad.                                         Alcuni a smorta
Donna sostegno fansi.
2° Cittad. Ohimè! la figlia
Di Moro è primogenita!


SCENA II.

MARGHERITA, altri Cittadini e detti.


Margher.                                                  Crudeli!
Ove mi strascinate? Al padre mio
Perchè svelta m’avete? Io sino al fine
Voglio vederlo! Io, dacchè vivo, i guardi