Pagina:Tragedie di Eschilo (Romagnoli) II.djvu/234

Da Wikisource.


TERZO EPISODIO


Giunge Atena


ATENA


Da lungi udito ho de l’appello il suono,
dallo Scamandro9, ove la sede mia
stabilita ho nel suol, che, parte eletta
dei predati trofei, tutto a me sacro,
per sempre, i duci e i prenci d’Argo vollero,
e ai figli di Tesèo dono ne fecero.
Di lí spingendo il pie’ mai stanco, giunsi
senz’ali, e ai venti fremea gonfia l’egida10.
Or, qui veggendo cosí nuova accolta,
non temo io già, ma stupefatta resto.
Chi siete mai? Lo chiedo a tutti. A questo
che, stranïero, all’idol mio si stringe,
e a voi, disformi ad ogni essere nato,
cui né mai tra le Dee videro i Numi,
né somigliate alle parvenze umane.