Pagina:Trattato de' governi.djvu/93

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modo di vivere la ricchezza vi sia in gran pregio; e massimamente quando egli avviene, che gli uomini stien sottoposti alle donne. Siccome avviene alla più parte de’ soldati, e di quegli uomini, che esercitano il mestier dell’arme; eccettuatone gli Francesi1; o se altri si ritrova, che scopertamente abbino avuto in pregio il concubito con gli maschi. E par bene che senza ragion non facesse quel primo, che favoleggiando congiunse Marte con Venere; perchè tutti gli uomini militari pare che all’una o all’altra Venere sieno inchinati.

E però un tale effetto seguì ancora in Sparta, ove gran parte delle faccende nei magistrati eran disposte all’arbitrio di donne. Imperocchè che differenza è dire o che le donne governino, o che chi governa sia comandato da donne? perchè a ogni modo ne seguita l’effetto medesimo. E non essendo ancora l’ardire utile a nessuno esercizio, che s’abbia bisogno dattorno alla persona, ma solamente essendo utile alla guerra, perciò le donne Spartane ancora furon disutili per questo fin conseguire. E ciò si manifestò nello assalto, che gli Tebani dettono a Sparta; dove elle non furon utili in cosa alcuna, non altrimenti ch’elle non si sieno nell’altre città: anzi feron maggiore tumulto, che non feron gli inimici stessi.

Da prima adunche intervenne con ragione in Sparta questa licenza donnesca, perchè egli stavan assai tempo fuori alla guerra, or con gli Argivi, e or con gli popoli d’Arcadia, e con quei di Messina combattendo; dove esercitandosi si rendevano atti al legislator loro pel mestieri dell’armi. Il qual mestieri in vero contiene in sè molte parti di virtù. Dicesi ben che Licurgo tentò di ridurre le donne sotto le leggi; ma che poi vista la resistenza fattagli e’ se ne astenne.

Queste adunche furono le cagioni d’un tale effetto. Onde si può dire ancora, ch’elle fussino

  1. Aristotele si riferisce ai Galli o Celti. (Nota di LiberLiber)