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20 Trento

senza tante altre di passata, che concorrevano, massime di Nobiltà Venetiana, [Abbondanza notabile.] abbondò sempre la Città di quanto si seppe desiderare à segno, che non solo s’havevano à miglior mercato fino le cose estere: ma quasi eran fatti domestici li Selvaggi. Tanto è vero, che se il danaro corre, dove stà il Prencipe, la robba vola, dove và il danaro.

[Pesce in Trento. come venga.] Trà li Comestibili però il Pesce, che abbonda in Està, scarseggia nel Verno, per i vicini Laghi, che restano aggiacciati; il che saria di non picciol’aggravio, massime in Quaresima, se non fosse, che l’Ova, e i laticinij ivi permessi, oltre quei del Paese, capitano tanto più dalla vicina Italia, dove son vietati. [Adice, suo Pesce.] Per cosa rara dall’Adice s’hanno famigliari i Temeli, Trutte, Barbi, e Bulbari con 12 altre spetij di pesce assai buono. Da i Torrenti Laviso, e Fersina vengono le Truttelle di qualità, e dal Lago di Molvegno i Salmarini; ne mancano à suo tempo Trutte, e Carpioni dal Lago di Garda.

[Grano come venga in Trento.] Che se il grano, come dissi, non arriva farvi, che per tre mesi: dal Vicentino ne vien quanto occorre, e dal Veronese: e quando questo, come estero, potesse mancare, Val di Fiemme supplirebbe, e Val di Nonn che si fà dir il Granaio di Trento, e chiamasi, creddo, Val Nonia, ò Annonia, quasi Annona. L’Oglio, che vi occorre, vien dal proprio Territorio buona parte: il più da Venetia. Poco, ò nulla vi si fà di Lino, e molto Canape; il Lino venendo dal Bresciano, come fà il Ferro, e il Cascio communemente.