Pagina:Trento con il sacro concilio et altri notabili.djvu/306

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in disordine la Città, e darle il Sacco.

Il Vescovo Giorgio, che, come Sorintendente Cesareo dell’Armi, al tutto invigila, presentito un tal’ammutinamento, non si può creder, quanto si risentisse nell’animo, dolendosi à gran ragione, che, oltre i Nemici esterni, ne havesse di domestici in Città, & questi fossero quelli stessi, che si trattenevano per Aussigliarij. [Trentini avvertiti dal Vescovo del pericolo.] Pure, scoperta una volta la mina, non gli fù difficile giocare di Contramina: Fatti subito chiamar’ i Suoi di Trento li avverte in segreto: Stiano tutti all’erta, per il tal giorno. Il Nemico essere intestino, & il Sacco della Città doversi temere da’ Tedeschi. Essere questo un Caso da prevenirsi con l’Armi, & à offesa; ma pur, trattandosi d’Aussigliarij di Cesare, tornar meglio tenersi sù la difesa. Doversi sopra tutto dissimular la machina, per più dissolverla. Non dormino, ne dubitino punto; esser egli pronto ad ogni aiuto, qual loro promette co’l Braccio non meno di S. Vigilio. A tal’aviso i Trentini fatti cauti s’allestiscono à riparar’ un colpo, che già preveggono, e n’attendono il tempo, per far polito.

[Trentini in Arme, come e perche.] Venuto il dì, che doveva essere fatale, gli Alemanni al segno consaputo de’ Tamburri, dando fuori, si vedono scorrere furibondi: nello stesso tempo i Trentini, dato all’Armi, prendono tutti i Posti di Città, munite à più potere le Porte delle Case da quei di dentro; ne manca il Vescovo d’accorrer’ intrepido al pericolo, e vi assistere. I Tedeschi perciò ve-