Pagina:Trento con il sacro concilio et altri notabili.djvu/491

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Trento. 487


3 Per sostegno della sua propria all’hora cadente Età fatta, al dir della Sacra Genesi, di 600 anni.

[Vino come stimato da’ Gentili.] Co’l tempo poi crebbe, e s’accreditò il Vino à tal segno, che appresso gli Etnici fù adorato per Dio Bacco; e quindi vennero i di lui Sacricoli, e Baccanti; Come in particolare nella Bootia scrive Macrobio, s’offerirono Vittime al Padre Libero non men che ad Apollo. [Vino Farmaco divino.] In fatti il Vino sembra haver del divino, per i stupendi effetti, che produce; essendo, com’è un Alessifarmaco vitalissimo, giocondissimo, trovato, per mezzo di Noè dalla Divina Previdenza, che come dice il Morale, ama gli Huomini, Usque ad delicias.

[Potenza del Vino quale.] Ma perche la soave Potenza d’un Liquore, ch’è Sovrano, suol dominar co’ i sensi in un la mente, e ’l cuore di chi l’abusa; da quì sono venute varie Leggi, e regole, per ben usarlo, e in questo, non essendo mio cibo il discorrerne, rimetto chi legge alla Scola de’ Medici, e Filosofi: Si come qui non capiscono le tante, e tanto rare Virtù, che hà il Vino, vero Balsamo della Vita, Nettare de’ mortali; E di cui persino la Feccia opera effetti vitali nel Cremor Tartaro. E senza dir (che il Vino entri à far gli Alimenti dell’Anima nel Sacramento Eucaristico, com’è in fatti) dirò, che il Vino è il Bastone della cadente humana vita, e quindi fù detto in latino Baccus, quasi Baculus.

[Acqua nel Vino da chi primo posta.] Vi fù, chi per corregger la forza del Vino, vi mischiò l’Acqua, contemperando in tal modo l’uno con l’altro liquore; & il primo, che trovò quest’Inventione, fù Licurgo Rè de’ Traci, scrive