Pagina:Ultime lettere di Jacopo Ortis.djvu/14

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12 prefazione.

verte che verrà giorno in cui Dio ritirerà il suo sguardo da esso, e sarà pure trasformato. E altrove esclama: «Il mio spirito, se morrà con me, si modificherà con me nella massa immensa delle cose; e s’egli è immortale, la sua essenza rimarrà illesa!» Insomma tutta la sua vita è una continua tenzone tra il dubbio e la fede, tra il bene ed il male; ma la fede in un migliore avvenire e nel trionfo del bene vince l’animo suo, e ne dà una prova menando una vita abbeverata di tribolazioni, ma pur sempre coerente a’ suoi sani principj, e intemerata. Oh! siate un po’ più lenti a scagliare la pietra contro il povero Foscolo voi che vi vantate d’essere gli archimandriti della morale e della fede! Avete voi provato che cosa sia la miseria? e quanta messe di sconforti e di dolori si raccolga nell’esilio? Avete voi provato che cosa sia il vero e santo amore di patria? Le avete voi fatto il sacrificio degli agi, degli onori, della famiglia a preferenza di scendere a patti ignominiosi coi prepotenti, che si valgono del nome di patria per gavazzare a più splendido banchetto? E se voi di tutto ciò non provaste mai nulla, o se vi accadde di assaggiarne una piccola parte e a vostra insaputa, e ne foste tosto pentiti, e vi affrettaste a farne vilissima ammenda, quale diritto avete voi di gridare la croce addosso a coloro che non la pensano come voi, ma operano più onestamente di voi? Dopo la Vita Nuova di Dante non era più comparso in Italia un romanzo di genere intimo, ora in voga nella nostra letteratura, che avesse tanta energia di pensieri, tanto fuoco di passioni e tanta venustà di stile da scuotere gli animi assopiti illusi degli Italiani. Ma ciò dipese dalle nuove condizioni fatte alla nostra patria dalla triplice santa alleanza. Se fosse uscito un uomo che avesse parlato di libertà, di patria, d’unità, d’indipendenza, l’Austria e i Principi d’Italia, suoi cagnotti, non si sarebbero forse contentati di relegarlo nelle carceri di Santa Margherita, nei piombi di Venezia e nello Spielberg, ma gli avrebbero addirittura stretto il capestro al collo, o rotto il petto col piombo militare, come avvenne molti anni di poi a parecchi generosi nel 1831 e 33.

Il bel paese stava per sorgere a nuova vita, ed era uficio delle lettere additare la via da percorrere per giugnere alla meta de’ suoi desiderj senza che lo straniero oppressore potesse