Pagina:Ultime lettere di Jacopo Ortis.djvu/151

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discorso sul testo del poema di dante. 149


cabili, e sembravano assurde: ma quantunque ei parlasse energicamente ad esporle, non pareva o non voleva essere eloquente a difenderle; e quando s’accorse d’avere errato, lo confessò1. Aveva signorili costumi, e animo libero e sdegnoso d’applausi; nè fra molti avversarj gli mancarono nobili lodatori: ed Heyne non lo cita che non lo esalti. E certo se molti seppero notomizzare la poesia e la lingua greca meglio di lui, pochi hanno potuto conoscerne l’indole al pari di lui; e nessuno lo ha mai preceduto, e pochi potranno seguirlo a investigarle nelle loro remotissime fonti. Studiando le reliquie dell’antichità ad illustrare i tempi omerici, ne radunò molte a grandissimo prezzo; e sono da vedersi nel Museo Britannico, ov’ei per amore di letteratura e di patria, e con giusta ambizione di nome, le lasciò per legato. Venne, pochi mesi addietro, a visitarmi; e discorrendo egli intorno agli eroi più o meno giovani dell’Iliade, io notai che stando a’ suoi computi, Achille sarebbe stato guerriero, imberbe. Risposemi, ch’ei non si dava per vinto; ma ch’ei cominciava a sentire la vanità della vita, e non gl’importava oggimai di vittorie. Nè la poesia nè la realtà delle cose giovavano più a liberarlo dal tedio che addormentava in lui tutti i sentimenti dell’anima; e, dopo non molti giorni, morì: ed io ne parlo perchè i suoi concittadini ne taciono.

XVII. Or quando scrittori di tanta mente per via di date congetturali prestano forme e certezza a nozioni vaghe e oscurissime, e le fanno risplendere come vere, ei costringono l’uomo, o alla credulità ed al silenzio, o a meschine fatiche e al pericolo di controversie, e per cose di poco momento al più de’ lettori. Que’ molti i quali fanno cominciare, progredire e finire la Commedia di Dante con ordine cronologico stabilito sopra diverse allusioni, sono tutti scrittori gravi; e il loro errore comune andrebbe dissimulato per riverenza, se non chiudesse la via migliore ed unica forse che guidi a emendazioni certe del testo. Due soli, a quanto io mi sappia, primo il Boccaccio, e, dopo quattro secoli e mezzo, il Sismondi, congetturarono che alcuni passi dell’opera, quantunque per avventura finita quanto al disegno, fossero stati ritoccati da Dante a innestarvi cose avvenute più tardi2. — Ed è ipotesi di uomini sperimentati nel difficilissimo studio di comporre; e per essa le epoche dell’incominciamento e del termine di tutto il lavoro rimarrebbero indipendenti dalle allusioni aggiuntevi poscia. Se non che quella lite de’ municipj che tutti si vantano di avere veduto nascere quel poema, agguerrì ogni scrittore non fiorentino contro al Boccaccio, perch’ei racconta che i primi sette canti furono poscia alterati, ma composti a ogni modo innanzi

  1. Ob multos errores in libro de hac re, anglice scripto, piacularem esse profiteor. Prolegom. in Homerum, sect CLI.
  2. Histoire des Répub. Ital., vol. IV, pag. 187.