Pagina:Ultime lettere di Jacopo Ortis.djvu/168

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166 discorso sul testo del poema di dante.

zone fratello di Beatrice s’era giaciuto con la sua matrigna, ch’era nato di lavandaja, e cose sì fatte; e fu trucidato. -

Quel da Esle il fé’ far «.

XXXII. Noi siamo abbagliati dalla bella della poesia, e tanto meno possiamo discernere con che forza le minime circostanze, impercettibili a noi, percotessero i lettori di quell’età. Taluni oggi a giustificare il Petrarca dell’avere sparlato della poesia di Dante nella lettera, tanto disputata, al Boccaccio ’*. - allegano le parole: ho udito cantare e sconciare que’ versi su per le piazze - e poco dopo: - gli invidierò forse gli applausi de’ lanàjuoli, tavernieri, e heccaj\ e di cotale gentaglia? - e ne ricavano: - non potersi credere che queste parole del Petrarca alludessero in modo veruno a un poema, il quale non che lasciarsi intendere e cantare dagli idioti, era chiosato a fatica da’ letterati ’. - Ma della Divina Commedia bastavano alla plebe que’ versi che più agitavano le sue passioni, e, confacendosi alle sue opinioni, ferivano individui famosi. Trovo per l’appunto quella amara sentenza contra le vedove, stemperata in prosa e applicata satiricamente in un libricciuolo volgare chiamato Favole d’Esopo, scritto, al parere degli intendenti, venti anni forse dopo la morte di Dante \ Or chi potesse discorrere con le ombre di que’ lanàjuoli, gli insegnerebbero a vedere in volto i personaggi singolari che nel Poema trapassano velocissimi un dopo l’altro, quasi per irritare la nostra curiosità e dileguarsi. Non bisognano troppe chiose a’ coetanei, qualvolta la poesia additi, anche in enigmi,

La mala signoria che sempre accuora Li popoli soggetti «.

Questa sentenza ricordami che appunto in quel canto molti annotatori hanno gareggiato a illustrare la teoria della forza delle stelle su le indoli de’ mortali; e perchè la predestinazione non escluda il libero arbitrio; e come la fortuna contrasti alla natura ; — questioni che un modesto lettore chiamava «grandi, philosopJiicJie, astrologie e teologiche, con belle » comparationi e poeirie, commendate da savj intenditori ’» —


Purgalono, vers. 64, segg., e l’editore della Commedia nella raccolta Milanese

de’ Classici.

2 Tiraboschi, Storia della Letteratura, voi. V, pagg 493-95, ediz. Pisana. — Sade, Mémoires jmur la Vie de Pétrarque, voi. JII, un. 1359. — Annotazioni al Tiraboschi del De Rornanis, Roma, 1817, nel voL IV della Divina Commedia, Nota (A a).

3 Essay on Petrarch, by Lord***. Edinburgh, 112.

4 Salviati Avvertimenti su la lingua del Decamerone, voi, I, pag. 226, ed17 >one Mi!. - Manni, Cento Novelle antiche, nov. 56.

5 Paradiso, canto Vili, verso 73.

6 Ivi, vers. 90-118.

7 G. Villani, lib. IX, cap. 134.


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