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DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE. 175

quattro volte a lunghi intervalli d’anni dai banditori. E poi- ché era calunnia non inutile alle sette, che d’ armate e politi- che, degenerarono poscia in letterarie e patrizie e pretesche e fratesche in Itaha, mormora tuttavia. ISlon odi, dopo cinque secoli, il Tiraboschi insinuarti ? — « non essere sì facile a dif- » finire se Dante fosse reamente reo delle baratterie *. » —

D’i meliora piis eiroremqm hostilibus illum t

Pur, benché forse l’avversione gesuitica a Dante riviverà nelle scuole d’Italia — se già non rivive — non è da credere che torneranno a rinfacciargli una sentenza abrogata oggimai dal genere umano. Né gli ammiratori suoi gli apporranno più mai la intenzione abbietta di avere aspettato l’alloro dall’applauso di negri calunniatori. Voleva vedere i guelfi domati e condan- nati da giudici a far ammenda de’decreti che l’avevano diffa- mato; e ripatriando con altra voce far conoscere a’ lupi come, avventandosi su l’agnello,

a più alto leon trasser lo vello 2;

e ricovrare le sue sostanze ; e non mostrarsi vestito dalla do- lorosa povertà con la quale la stia persona invilìo *. Onde for- s’asche non sentiamo quanto suonava la sua risposta a quelli che l’esortavano d’accomodarsi al perdono : — Via non è que- sta, che mi rimeni alla patria : bensì quoMd’ altra mi sia spia- nata da voi, o POSCIA DA altri, senza ingiuria alla fama, e «ZZ’ onore di Dante, io mi n’ appiglierò a prestissimi’ passi : e se per via s\ fatta non s’ entra in Firenze, io mai in Firenze non entrerò. Che? — v’andrò senza gloria, ignominioso anche al popolo ^ ? La lettera non ha data ; pur mi sovviene d’avere letto, come altri inferì, non so donde, che i Fiorentini per sì altera risposta gli fulminarono la quarta minaccia d’ arderlo vivo: ma non mi trovo d’avere il libro ^ Gli anni a ogni modo de’ due ultimi bandi stanno fra il 1314 e il 1318 « - mentre le zuffe quasi perpetue fra il Tagliamento e l’Adige favorivano i ghibellini. Pare che allora Firenze , a scemarsi nemici in Lombardia , richiamasse molti de’ suoi fuorusciti sotto condizioni alle quali la calamità di errare senza certezza


1 Storia della Ltttemliira, voi. V, pag. 481482, ediz. Pisana,

2 Paradiso, VI, 108.

3 Convito, pa},’. 71.

4 Non est hec via rcdeundi ad patriam ~ sed si alia per vos, ani deinde per nlios, invenietar que fame d. (Dantis) que onori non dcroget, illam non lentis passibus acceptaJjo: quod si per millam taleni Florenlia iiHroilur, nunquam Fio- rentiam introibo. Quid? — ingloriam, imo ignominiosum populo, Florentineaue civitati me reddam ? ^ *- » ^

5 Credo il Dionisi, il quale primo nella biblioteca Laurenziana s’avvide della lettera e la stampo.

6 Vedi addietro, sez. XXIV.


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