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180 DISCOBaO SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE.

numero e tempo, discesi da PERsmJo , a vRMScrilo , che im- porta, ingiungere per sanzione di legge obblighi da eseguirsi indi innanzi. Originò da praescribere nomen legibus , quando in Roma ogni legge emanavasi a nome di chi V avea propo- sta, e sempre s’ allegavano da que’ nomi *. Le due voci pa- renti e di razza legale equivocarono sotto le penne de’ copia- tori de’ testi latini. Poi, nella lingua italiana la pronunzia po- polare e la scomunica grammaticale alla S impura abolirono vEwscrivere, VERScrizione, i>ERScritto, e n’ è perduta oggimai la memoria; ma i loro significati, aggiudicati al verbo prescW- vere, lo costrinsero a rivestirsi, volere o non volere, d’un’ ere- dità che lo ha travisato. Questo fare tutt’ uno de’ suoni e dei st gni diversi di più idee, per ingombrarne ed addensarne del- l’ altre « senza fine e anche più » in una unica voce, è <^ pro- prietà bellissima, dicono, di questa favella; * » - e davvero li Boccaccio se ne diletta. E fra due pagine o tre (come che ogni pagina a questi giorni, a chi non la chiama facciata architettonica e faccia d’ uomo, sia male detta per le dottrine vigenti) sia che si vuole, fra pochissime pagine apparirà che la dottrina vuoisi applicare, non che altro, a dividere una sola parola del Poeta in due sensi diversi uno dall’ altro, a fine di attribuirli a un’ antitesi simultanea ^

XLVI. Or la divina missione prescritta al Poeta di riformare la religione, si dileguò ; e vi rimase il numero de’ giorni pre- scritto, come a tutti gli altri mortali, al suo vivere. Che il fi- gliuolo della Chiesa militante , coraggiosissimo di speranze , fosse chiamato vivente ne’ Cieli per vedere luminosa la verità, innanzi che gli fosse ordinato di diffonderla su la terra , - è parafrasi spontanea nella locuzione e nella sintassi ; e risponde a ogni parola detta pur dianzi dall’Apostolo a Dante: - Il no- stro Imperadore per grazia vuole che tu anzi la morte t’ a facci a noi nell’aula piit secreta della sua Corte, sì che, veduto il vero, conforti laggii^ in te e in altrui la speranza della vittoria del vero ¦*. E ne emerge altissima e necessaria la ragione dell’ as- sunzione di Dante, come san Paolo, ne’ Cieli ; di che fé’ cenno sin dal principio del Poema:


{ Lex Curiata, Lex Julia, e cent’altre. Vedi l’Indice deUa Latinità di Cicerone dell’ Olivelo, alle voci perscriptio, e prcBÌcriptio.

2 Discorso sul Testo del Decamerone.

3 Qui appresso, sez. XLIX, verso la nne.

4 Paradiso, XXV. 40-45. — Vedi anche il passo :

E se Dio m’ha in sua grazia rinchiuso Tanto ch’ei vuol ch’io veggia la sua corte Per modo tutto fuor del moderno uso.

Or Quest’Ultimo verso non allude egli alle visioni sante degli antichi, alle auiTi e"li paragonava la sua, segnatamente alle Apostoliche, e insieme ale imposture fratesche e monacali in Visioni venali e trivialissime , come quelle di Mberi’^o? Ma vedi del resto alle sezioni XLII, CLXIV e CLXV.


DISCORSO