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SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE. 181

Io non Paolo sono; Me degno a ciò, né io, né altri crede ’.

E non pertanto vide per avventura assai più , e certamente narrò cose che Paolo appena s’ attenta di ricordare. Ma Paolo e Dante erano delle rare anime potentissime, nelle quali i com putì della prudenza non si dipartivano mai dalla longanimità nelle imprese e dall’ impeto della fantasia. Forse in altro se- colo, forse anche nel suo, sotto accidenti alquanto diversi - e noi facciamo esperienza come i minimi casi d’una battaglia campale rimutano a un tratto le popolari opinioni - Dante avrebbe fondato nuova scuola di religione in Europa; ed ei v’aspirava, non foss’altro in Italia. Pur anche quei molti che lo ammiravano perchè, imitando san Paolo, minacciava la verga di Dio sul Principe de’ Sacerdoti *, 1’ avrebbero lapidato s’ ei mai si fosse a viso aperto paragonato agli Apostoli. Ma non ignorava che se le vittorie de’ Ghibellini l’avessero fatto pro- feta veridico, la sua tomba sarebbe stata santificata, e il testo del suo Poema troverebbe commentatori che l’avrebbero con- cordato con le Scritture; e avvertito assai cose che eludono gli studj nostri; e adorato nel teologo ciò che oggi pare ridicolo nel poeta. Avrebbero udito il silenzio, al quale non solo i teo- logi d’ogni religione qui silentmm quid esset intelUgehant ’, ma i critici d’ogni poesia primitiva dovrebbero intendere , - ed è quella ispirazione che Socrate domandava a’ lettori d’ Omero. Se non che .Dante mori in odore d’eresiarca; q Idi Divina Com- media e V Alcorano - e s’altri ne dubita, veggano le cagioni " - furono poscia infamati negU Indici dell’ Inquisizione ^. Frat- tanto la ragione sufficiente della conferenza di Dante nell’aula più secreta del Cielo, venne dissimulata forse per giusta pru - denza. La consacrazione alla legazione evangelica restò inos- servata; le parole cominciarono a frantendersi di necessità; la sintassi fu contorta a connetterle; e le chiose d’allora in qua cospirarono a perpetuare questa interpretazione volgata : — La Chiesa militante non ha alcun figliuolo che più di Dante cor- redato sia di una vera Cristiana Speranza; - per questo ap- punto è a lui conceduto, che dall’infido Egitto del mondo, egli venga a vedere coi proprj occhi questa celeste Gerusalemme , prima che abbia fine la di lui mortai vita, la quale, come è detto al vers. 1 del Cap. VII di Globe, per i buoni e probi Fe- deli è una continua milizia *,


1 Inferno, II, 32, 33.

2 Act. Apost., XXIII, 2, 7.

3 Cicero, de Divin., II, 34.

4 Ratio monstrare videtur Alcoranum vetaH — per se ac ratione contextùs, ipsiusmet Alcorani, quo Apostasiae hami, quos diximiis, apponuntur. Raynauili, Er ternata de malis et bonis libris , num. 341 , segg. , pag. 2i0-20l. — Index li- droriim prohibitorum, png. 760, ediz. 1667.

• 5 Edizione della Commedia, nella Cominiana, pag. xlhi, 6 Parafrasi nell’f?diz. del Poggiali, voi. IV, pag. 416.


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