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SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE. 201

del SUO viaggio fra le anime, le ha tutte dotate di profetica ispirazione; e gli predicono l’avvenire. Ma qui i tre vecchi vi- venti nell’ultimo anno del secolo decimoterzo sono rammentati a rappresentare i costumi cavallereschi della passata genera- zione. E da che Dante pur nota che attendeva a dettare il Con- vito dopo l’anno quarantesimo quinto della sua vita ’, è da dire, che prima, o poco dopo il 1310, quel Gherardo che dieci anni addietro era vecchio, fosse già morto ; e non rimanesse più su la terra se non la memoria della nobiltà dell’ animo suo Non crederei che per riconvertire gli estensori della Biblioteca Italiana dalla loro credulità , bisognerà confortarli a leggere gramma- ticalmente alcune delle parole che l’editore del codice recita dal Convito: - « Chi dirà che Gherardo fosse vile uomo? chi non » dirà quello essere stato nobile? fu (nobile) e fia sempre » LA SUA memoria *. » - E chi mai , non che Dante accura- tissimo fra quanti mai scrissero, usurperebbe sì fatte inflessioni del verbo essere, fuorché per l’uomo che fu, ma non È? Sen- zachè, non pare che avessero molto da travagliarsi a discer- nere che la vita protratta a Gherardo

Ultra vires sortemque senediB,

dall’illustratore erudito del codice, e la lunghissima stanza del Poeta sino all’anno 1319, nella Marca al Foro Giulio contigua, prima ch’egli varcasse il Tagliamento ’, furono immaginate ad agevolare alla nostra fantasia il passaggio istantaneo di Dante dal palazzo del Signore di Treviso alla ospitalità patriarcale in Friuli; e il coro di poeti alle corti di Gherardo e dei Pa- triarchi e che v’erano ’prima di Dante ^ conferisce all’illusione teatrale. Non sia chi faccia torto all’editore dottissimo, attri- buendogli l’intenzione di pailare da storico. Ogni uomo guar- dando appena negl’ indici del Muratori e del Tiraboschi può sincerarsi, che i versi de’ poeti della corte de’ Caminesi, e Ghe- rardo, e i suoi figliuoli sono pur nominati in carte scritte un- dici anni prima che Dante nascesse : ** - e che Gherardo nel 1250 era padre di famiglia adulta, e di certo doveva essere poco meno che decrepito, allorché Dante nel 1300 l’udì nominare da un’ombra nel purgatorio.


1 Convito, pag. 6’, pag. 260.

2 Convito, pag. 235.

3 Prefazione al codice Bartoliniano, sul principio.

4 Ivi, verso la Une.

5 Antichità Esteìisi, voi. li, pag. 11; Storia dell’italiana Letteratura, voi. IV, pagg. 350-351. — Inter caeteras claras domos quae fueruni in ipsa Marchia (Tarvisina), auatuor meo tempore fama salis et actibus claruerunt: una, Esteii- sis: altera, de Camino: tertia , de Romano (gli Ezzelini); quarta, de Campo Sancto. (Rolandinu?, De nbus gestii in Marchia Tarvisina, lib. I, init.) — Ma l’antore in volgare di quelTctà, p.idovóno esso pure, ne nomina cinque, ag- giungendovi la casa da San Bonifazio; e descrive la Caminese— * ricchissima » in Trivisana, e dominava molti castelli, et havea molle giurisditioni, per il » che era per la sua gran polenlia riputata potentissima e alta: » e allude al secolo xne xm. Di questo scrittore volgare vedi sez. CLXll.


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