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DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE.

LXII. E come che l’ editore del codice affermi : - die il ri- memlrare quanto Dante dice dì Gherardo da Camino basta per conoscere, avere egli con esso fami gliarmente trattato ’, - a me anzi quelle parole suonano, cli’ei non l’abbia mai conosciuto se non di fama. Il Poeta interroga l’ombra che aveva nominato i tre vecchi viventi:

Ma quel Gherardo è quel, che tu per saggio Di’ ch’è rimaso della gente spenta. In rimproverio del secol selvaggio?

tuo parlar m’ inganna, o el mi tenta. Rispose a me; che parlandomi Tosco, Par che del buon Gherardo nulla senta.

Per altro soprannome io noi conosco, S’ io noi togliessi da sua figlia Gaia 2.

Per poco che i lettori abbiano in pratica questo scrittore, s’ac- corgono che non eragli ignoto, come la bontà di Gherardo era celebrata già da gran tempo; ma ch’ei si procacciava occasione di riparlarne a fine di pungere i suoi degeneri discendenti, che Dante vide e conobbe da poi che gli toccò d’ andare ramingo « nelle corti tutte piene di turpezza degli Italiani ’. » Più d’uno infatti si approssima a questo parere *. Non per tanto l’illu- stratore erudito del codice, anziché scorgere né una tinta pure d’epigramma nelle parole : -

Per altro soprannome io noi conosco, S’ io noi togliessi da sua figlia Gaia. —

ci avverte, che Gaia fu lodatissima i^imatrice: il che voi vedrete da me provato. - Gli ornamenti di Gaja da Camino non erano solarmente la pudicizia e le altre virtii domestiche , come notano i più conosciuti commentatori; ma eziandio il valore di scrivere in rima volgare, come alhiamo da Fra Giovanni da Serravalle, vescovo di Fermo, che fu discepolo di Benvenuto , e che traslatò e commentò in latino la Commedia di Dante, a petizione di certi prelati della Magna. Eccone il passo: - De ista Caja filia dicti boni Guerardi possent dici multae laudes , quia fuit prudens domina, literata, et magnne prudentiae, maximae pulchritu- dinis, quae scivit bene 1 qui rhythmatice in vulgari. - Ciò si legge nel libro, da me più volte citato. dell’Orìgine della Poesia rimata , di Gio. Maria Barbieri , pubblicato dal TiraboscM ^ - Questo libro, io non l’ho; ma non occorre di raffrontarlo. Ogni cosa intorno al commento di fra Giovanni di Serravalle, e ogni


1 Prefazione citata, verso il principio

2 Purgatorio, XVI, 133-140.

3 Co Jimio, pag. 71, pag. 226. , , ..„...„

4 Portireili, note all’ediz. di Milano, l’Anonimo, nella Fiorentina, Purga- torio, XVI, verso la fino. . , ^. , „

5 Prefjzior.e citati, e note ali edizione del codice, voi. II, pag. 12)..


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