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DISCORSO SI L TESTO DEL POExMA DI DANTE. 239

Non hanno molto a volger quelle ruote, (E drizzò gli occhi ai ciel) ch’a te fla chiaro. Ciò chi) il mio dir più dichiarar non puote •.

Il Boccaccio nel suo commento, e Pietro Alighieri, e l’Ano- nimo, s’uniformano tutti a riconoscere Corso Donati in quei versi, e l’anno, il giorno, il modo della sua morte, e aggiun- gono circostanze ignote agli storici *. Dante altrove ramme- morando le case antiche de’ Fiorentini , loda un antenato di Corso perchè sdegnava d’ imparentarsi alla gente nuova ; * e pare che additi tacitamente il suo discendente, che ardendo dell’ambizione di Catilina, s’affratellava a’ tristissimi e al volgo a sterminare i patrizj. "Né dimentica la irreligione di Corso che violentò una sua sorella a nozze sacrileghe. Questa giovine , mentovata più d’una volta nella Divina Commedia^ fu da mol- tissimi interpreti, equivocando su’ nomi Corso ed Accorso^ as- segnata per sorella all’ illustre giuriscousulto. Primo il Lom- bardi, uomo francescano, trovò nelle storie dell’ Ordine sera- fico, e nell’indice de’ loro Beati, che Corso Donati con Fari- nata, tremendo sicario, e dodici altri satelliti scelleratissimi, scalò le muraglie del monastero; rapi di forza la sua sorella; le squarciò i vestimenti sacri; la rivesti alla mondana, e la co- strinse alle nozze. Ma la sposa di Cristo, innanzi di giacere col marito, ricorse alla immagine d’un Crocefisso, e raccomandò la sua virginità al divino suo sposo ; ed ecco le membra delia fanciulla coprirsi a un tratto di lebbra, e tutti la riguarda- vano afflitti ed inorriditi, mentr’ ella dopo non molti giorni andava vergine in Paradiso "*. — « Forse* però (conclude il buon » padre Lombardi) non potendo il Poeta certificarsi onnina- » mente di cotal esito, scelse prudentemente di passarsela con » far dire a Piccarda: - quale sia stata la mia vita dopo le » mie nozze. Dio solo lo sa. »

xeni. La leggenda, quantunque narrata ne’ volumi stimati storie d’ autori gravissimi per taluni, e creduta in altri tempi da molti, merita oggi la derisione apertissima del genere umano : pur nondimeno riesciva tanto più verosimile quant’era fondata sul vero. Quindi importavami illustrare l’avvertimento accen- nato poc’ anzi, e senza del quale 1’ arte critica non può proce- dere, ed è : - che il ributtare i racconti incredibili annienta la verità originale degli avvenimenti; la quale non si manifesta se non discevrata dalle passioni, e dalie opinioni, e da’ fini dei narratori ^ Qui non accade d’ andare appurando il vero negli annali degl’ istituti religiosi per via di minime circostanze sto-


i Purgatorio, XXIV, 79-90.

2 Estratti nell’ediz. Fiorentina, luogo citato del Purgatorio.

3 Paradiso, XVI, 118-120.

4 Ri lolfo da Tossigiiano, Historia Seraph. Relig., presso il Lombardi, Para- dito, HI, 108: e cita anche gli Annali Franceicani del "Waddingo.

6 Qui dietro, sez. LXXYll.


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