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SUL TESTO DEL POEMJL DI DANTE. 241

aCIV. L’ avvertenza della giovinetta a non accusare a nome alcuno de’ suoi fratelli è delicatissima, e in armonia con le doti di lei pronunziate da Forese :

I^ mia sorella che tra bella e buona Non so qual fosse più ».

Ma Dante né allora né mai, benché guardi obliquo per occa- sioni a ferire a ogni modo la perversa ambizione di Corso , e pronunzi con gioja amarissima i vatic.inj della sua misera morte avveratisi otto anni dopo, e rapprese^nti terribilmente il ca- vallo clie lo precipita e lo uccide a un punto medesimo e lo strascina fino all’Inferno; "^ non però lasciò mai scritto il su(» nome. Questo silenzio premeditato fu osservato dal Pelli : ^ « e davvero » aggiunge il Lombardi « è cosa degna d’osser- >> vazione; * » - ma non vann’ oltre. Poscia lo storico dal ve- dere al non vedere conclude : - « certamente non pare che » Dante avesse alcun riguardo all’affinità nello sparlare dei 5> Donati ^. » - Anzi m.olto ; ma tu non osservi la vita del- l’ uomiO connessa agli altri umani individui che pur facevano parte della sua vita; e niuno interpreta i pensieri del Poeta co’ sentimenti del cuore dell’uomo. Per altro, fra quanti mai scrissero intorno alla Divina Commedia e all’Autore, non ir-o chi avrebbe diritto di scagliare sovra il Pelli o il Lombardi la prima pietra. Dante ebbe rispetto al nome di Corso per quel- f’obbligo stesso a’ parenti della sua moglie che gì’ impose di contentarsi del verso.

Uomini poi a mal più che a bene usi,

senz’ altra censura a’ parecchi degli altri Donati, che pur me- rlavano infame celebrità nelle croniche ^. Bensì s’accompagna a Forese per lungo tratto di via sul monte del Purgatorio ; gli parla più amorevolmente che agli altri spiriti; gli ricorda da quanto tempo era morto, e com’ esso lo aveva pianto sovra la bara:

Ed ecco dal profondo della testa Volse a me gli occhi un’ombra, e guardò flso; Poi gridò forte: Qual grazia m’è questa?

Mai non lo avrei riconosciuto al viso, Ma nella voce sua mi fu palese ;


E ravvisai la faccia di Forese.


1 Purgatorio, XXIV, 13.

2 Ivi, versi 82-87.

3 Memorie per la Vita di Dante, pag. 84, nota.

Chiose al Purgatorio, XXIV, 88-90.

Miiiiìrie, pig. 8j, ih)Iì«, ((;, , U.u. Villani, lib. Vili, 38.


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