Pagina:Ultime lettere di Jacopo Ortis.djvu/258

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Q DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE.

» reggevano la terra, appellandoli scellerati e cattivi, e mi- » nacciando loro la debita vendetta. - Ogni speranza al tutto » fu perduta da Dante: perocché, di grazia lui medesimo si » aveva tolto la via per lo sparlare e scrivere contro a’ citta- » dini che governavano la Repubblica; e forza non ci restava » per la quale più sperar potesse ’. » - Queste circostanze Leo- nardo toglievale da lettere autografe eh’ ei cita a ogni poco, e ricopia; e non già, come pare che l’autore deìVAmor patrio gli opponga, « dalla Storia de’ Ghibellini scritta da Dante; ^ » - impostura delle sfacciate di Mario Filelfo *.

CVII. Mi duole che l’autore deìVAmor patrio per volere es- sere troppo corrivo a raccogliere tutto e da tutti , abbia si spesso ingombrata la via eh’ ei pur si spianava felicemente , ( (l è l’unica, a rintracciare le sorti di questa hngua; e quindi forse più agevolmente dell’ altre. m’ inganno, o 1’ analogia delle età semibarbare, e delle condizioni civili che partorirono alla Grecia V Iliade, e la Divina Commedia all’Italia, aprirebbe se non altro alcuni spiragli a vedere come e donde Omero traesse quella sua lingua. Se non che l’autore delV Art or patrio, invertendo impazientissimo i tempi, fa cause gli effetti, ed ef- fetti le cause ; e costringe chiunque sente com’ esso a tremare delle sue citazioni di documenti. — « Imperò apriremo una « leggenda, che è detta della Beata Chiara d’Arimino : la quale, » come narra il Cardinale Garampi , conservavasi nel moni- » stero delle monache degli Angeli; anzi nell’ arca medesima » d’ essa B. Chiara. Talché non sappiamo testimonio che possa » dirsi autentico e sacro, se non lo è questo che per le mani » di un venerabile Cardinale si trae fuori del sepolcro d’ una » Beata *. » - Il Sommo Pontefice, accommiatando gli amba- sciadori, persevera a regalarli del corpo tutto intero di un Santo: ma non si tosto sono usciti di Roma, o lo gittano fuori di nave, come so di uno ; o lo ridonano umanamente alla madre terra; e so anche d’un altro, che ritornandosi, non è molti anni, dall’ ambasciata al paese dove ha molte vigne, onorò il cada- vere d’ una cappella, ristampò e gli applicò la leggenda d’ un altro; e il contado accorre ogni festa ad adorare alla villa, e richiedere di miracoli il Santo, e comperare tutto il vino del suo padrone. Al secolo, parmi, bisognano prove meno miraco- lose a chiarire l’autenticità di scritture di tempi e d’autori mal conosciuti. Anche i celebri ingannano; ma le loro opere sono sempre ottime in questo — che ogni uomo può sincerarsi don- d’ escono, e coglierle dove mentono; e per mezzo della discor-


1 Vita di Dante, pag. 15.

2 Apologia, pag. 63, nota l : e pare che i dotissimi Padovani sei credano; vedi fa loro ristampa dell’operetta di Leonardo, voi. V, pag. 58, nota 1.

3 Qu’ì ap.«resso, ove trattasi dei più e meno di fede meritata d^atzli storici antichi di D.mte.

4 IKW Amor patrio, pag 256.


DISCORSO