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DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE.

e, se pur osano, anche un po’ dentro nella loro coscienza ; e ri- spondano: -— quanti sono a’ dì nostri i mortali che disperando delle cose pubbliche non si siano riconsigliati a far meglio del peggio? — Dante si stava alle strette — « o di deporre ogni » vergogna e stendere la mano all’altrui pane , e tremare per » ogni vena ’, » — o spianarsi la via del ritorno a’ suoi tetti. Che s’ei persisteva in disperatissima pertinacia, doveva anche deporre ogni domestica carità, e lasciare a’ suoi figliuoli e a’ nepoti perpetua l’eredità dell’ esilio. Ad essi ci pensava al- lorquando sperò che il Signore di Verona consolerebbe la po- sterità, non foss’ altro, de’ Ghibellini ^ Pur mentre che il gio- vinetto non era cresciuto terribile, la Germania aveva due Cesari che X)er molti anni si guerreggiarono il titolo; e i Papi, arrogandosi i diritti della corona imperiale , lasciavano che il re Roberto n’usasse a suo beneplacito. Onde il Muratori trovò che nell’anno 1314 « pareva che avesse da finire il mondo per » la fazion ghibellina in Italia ^ »

CXII. Vj non pure il principio, ma quanto abbiamo del libro del Convito pare dettato dalla necessità di quel tempo, e ordi- nato a produrre un’ onesta riconciliazione fra l’esule e la Re- pubblica , non però mentre cede alla fortuna, s’umilia a’ piedi degli uomini. Non rinnega la sua professione di fede in poli- tica, ma la ravvolge di metafisica; e il suo fierissimo abbor- rimento a’ governi popolari adonestasi sotto altissime lodi alla letteratura e al sapere, e disprezzo per l’ignoranza della mol- titudine destinata dalla natura al lavoro, e privata d’agio e di mente e di libertà da meditare su gli ordini della vita civile ’’. Delle Repubbliche non condanna l’istituzione, nò le pospone al potere assoluto: pur quasi di fuga ne tocca gl’inconvenienti ; e fra gli altri, l’elezione di m.ngistrati, i quali non furono dagli studi, né dalla esperienza di lunga vita educati ad ammini- strare le leggi. — « Questa singulare virtù, cioè giustizia, fu » veduta per gli antichi filosofi apparire perfetta in questa età » (la vecchiaja); e il reggimento delle città commisero in quelli » che in questa età erano , e però il collegio degli rettori fa » detto Senato. misera, misera patria mia! Quanta piotami » strigne per te, qualvolta leggo, qualvolta scrivo cosa che a » reggimento civile abbia rispetto! Ma però che di giustizia » nel penultimo trattato di questo libro si tratterà; basti qui » al presente questo poco aver toccato di quella ". » — L’au- torità imperiale fii sempre 1’ altissimo, unico, eterno principio d’ogni politico sistema di Dante; e qualvolta ei v’alluda, tu puoi raccogliere i semi del suo libro intorno alla Monarchia^


i Purgatorio, XI, 135-141.

2 Qui dietro, sez. LXXIX.

3 Annali, an. cit.

4 Convito, pag. 94, e snesso.

5 Pag. 270.


DISCORSO