Pagina:Ultime lettere di Jacopo Ortis.djvu/283

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SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE. 281

Carlo Martello non visse oltre al 1295; e quando le rime «erano per lo mondo, » composte innanzi che Beatrice morisse , e da ventiqiiattr’ anni innanzi che il Poeta, per non parere servo d’amore a chi le leggeva, le dichiarasse Leila scrittura del Convito - « non fe^-vida e passionata come la Vita Nuova, ma temperata e virile, perciò che altro si conviene a dire, e ope- rare a una etade, che ad altra’. » - Or del Pelli non più. ?Scriveva per un’Accademia ", e aveva giudici preparati a lo- dare; e per una città; e non attese se non agli archivj e alle croniche di Firenze; e per una generazione di dotti, ambiziosi non tanto a dire il poco di vero e d’ utile nella storia , bensì tutte cose, e alcune altre a sfoggiare vaste letture, e acutezze di congetture. 1 pochi uomini grandi della passata generazione non vivevano più. E il Maffei che avrebbe saputo essere arbi- tro di molte questioni intorno al Poeta, si tolse di fare da par- tigiano *. Il Muratori otterrà forse un di dall’ Italia la statua eh’ ei merita presso a Dante e a Niccolò Machiavelli, suoi precursori a sgominare il postribolo della Chiesa puttaneg- giante : ma di Dante non illustrava se non i principj politici ; nò sapeva d’ eloquenza, o di poesia e delle passioni che le pro- movono più di quel tanto che dava la letteratura Arcadica dei tempi suoi. Finalmente l’ imparzialità, la dottrina, e la critica dopo la morte d’Apostolo Zeno si dileguavano dalle opere pe- riodiche; e crebbe il traffico peggio che infame d" adulazioni, e di titoli superlativi fra gli scrittori ; e di delazioni politiche ne’ giornali.

CXXIX. Per tutto il secolo scorso, la poesia di Dante non trovò giudici competenti, se non quando la gioventù crebbe preparata allo studio della Divina Commedia , si per le nuove opinioni che cominciavano a prevalere in Europa, e si per la educazione che gì’ ingegni di Vittorio Alfieri e di Vincenzo Monti desunsero in guise diverse dal creatore della poesia e della lingua italiana. Ma la storia del secolo, e la tempra del- l’ animo, e i casi della vita di un poeta uomo e gigante, si ri- masero, e stanno mal conosciuti. Se il Tiraboschi ottenesse dalla natura ingegno atto a vederle, non so ; ben so che non volle : e non avrebbe potuto provarvisi, senza fare due grandi epoche storiche di quell’ una dov’ ei confonde Dante e il Pe- trarca *. Occupò i suoi pensieri di lunghi studj ad aggiudi- care al Petrarca il dominio assoluto sovra tutto quel secolo; e intorno a Dante fidò ne’ libri d’erudizione fiorentina d’au- tori viventi, a’ quali gli conveniva profondere elogj e la di- gnità di Chiarissimo ; tuttoché a dirne il vero fiorivano nel-


i Convito, pig. 67.

2 Memorie per la Vita di Dante, Prefazione, alla inclita società co- lombaria,

3 Vedi qnl dietro, sezz. XIX, LTII, e altrove.

4 Qui dietro, sezz. XXXI, LXXl