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H DISCORSO SUL TESTO DEL POEMA DI DANTE. 29^

vatori, e gareggiavano con essi a comporre e cantare rime in lingue romanze. Ma quelle che gli son oggi attribuite, s’hanno da credere apocrife; tanto più quanto nel trattato su r Elo- quenza Volgare il suo nome non è da leggersi fra gli altri dei Komagnoli che scrissero in italiano ’. Il primo editore del Trattato v’ aggiunse un capitolo senza nome, — « ma d’autore » de’ tempi, o vicino a’ tempi, di Dante; * » e vi si leggoi^io anche le lodi


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Del buon Guido Novel, quel da Polente:

Costui fu studioso, e fu sciente Col senno e con la spad.i; e liberale; £ sempre accolse ogni huom probo e valente.

Le feste, l’accoglienza quanta e quale Fussi, l’honor, ch’a lui si convenia, Ravenna, tu ’l sai b^n, che dir non cale.

Qui comincia di leggier Dante in pria Rhelorica Vulgare: e molli esperti Fece di sua poetica h armonia \


Questa a me pare tristissima traduzione di quanto il Boccac- cio avea narrato del Signor di Ravenna *, Ben fu chi ne’ versi senti la barbarie del secolo xv, e s’attentò di ridere dell’au- torità critica del Corbinelli; * ma era fatta oracolo antico, bensì di quanta sapienza, basti uno de’ suoi tanti responsi pa- recchi a niostrarlo. Nelle sue note all’ originale latino del vo- lumetto di Dante intorno alla lingua Italiana (edizione di Pa- rigi), ei cita esempi da un volgarizzamento antico della vita di Ezzelino sotto il nome di un padovano, suo contemporaneo. Or il titolo del libro professa che fu originalmente scritto in volgare; bensì anche perch’era in lingua corretta, e tale che non avrebbe meritato le beife che Dante si fa degli scrittori Padovani, e non ne eccettua che Aldobrandino, quel libro ap- pena stampato era stato da tutti notato come impostura di Fausto da Longiano, che primo lo pubblicò; e gli apponevano d’ avere parafrasato le Storie del Rolandino. Il vero schietto si è: che la narrazione spetta a quell’antico a cui viene attri- buita, e non è traduzione : bensì è dettata in volgare bastardo da non farne esempj grammaticali ; e che Fausto’, procuran- done l’edizione, rimutò tacitamente ortografia, vocaboli e stile; e però il buon critico Corbinelli citava inavvedutamente gli esempj di Fausto scrittore, suo contemporaneo , e ne ringra-


1 Uomm (Romnndioloruin) aliquoi m proprio, poetandOy divertisse andivimus, Tomam videUcet, et Ugolinum Buceioìam, Favenlinos. — De Vulgari Eloqueìitia, pag. :4.

2 CorbinplU, nelle Appendici all’edii. citata, pag. 76.

3 hi, pag. 78.

4 Qui. dietro, sez. CXXXV.

5 Galleria di Minerva, voi. XXXV, pag. 233.


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