Pagina:Una sfida al Polo.djvu/227

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una battaglia coi trichechi 221

salto di soli quattro metri, tuttavia potevano toccarci dei guasti irreparabili.

Se la benzina avesse preso fuoco, a quest’ora non rimarrebbero che i cilindri intatti.

Devo convenire però che questa automobile è stata costruita a prova di capitomboli.

— Nemmeno il radiatore si è guastato?

— Fortunatamente no.

— Ed il carrozzone?

— Ha resistito meravigliosamente e le sue ruote non hanno ceduto.

— Sicchè potremo riprendere la nostra corsa dentro questa galleria?

— Quando vorrete, signore. Ecco, udite come il motore funziona ancora perfettamente? I colpi sono regolarissimi.

— Allora, mio caro Walter, imbarchiamoci.

— Non desidero di meglio, signor Gastone, — rispose lo studente.

Rimontarono sui comodi sedili, ben felici di essersela cavata così a buon mercato: Dik riprese il volante ed il treno si rimise in moto sfondando impetuosamente i cumuli di neve.

Quella galleria si presentava meravigliosamente bella. La volta, formata da una crosta di ghiaccio ben consolidato, dello spessore di qualche metro, si manteneva ovunque ad un’altezza variante fra i quattro ed i cinque metri, mentre le due pareti, costituenti le rive del fiume, distavano cinquanta passi l’una dall’altra.

Una luce diafana, stranissima, trapelava attraverso lo strato superiore su cui si rifrangevano in quel momento i raggi del’astro diurno.

Il piano poi si svolgeva con larghi serpeggiamenti, come una splendida pista, con pochissimi ostacoli, poichè la superficie del