Nell’aurea luce di notturne stanze
Veglian le tue compagne in lieti crocchi;
O di protratte musiche e di danze 16Fanno agli orecchi allettamento e agli occhi.
Tu di una muta lampade al barlume
Presso i pargoli tuoi siedi le notti;
E t’è dolce per lor lasciar le piume, 20Dolci i lievi per lor sonni interrotti.
Nel tuo talamo appar della Divina
Madre un’immago benedetta e pia;
E lì con ansio cor sera e mattina 24Sollevi i verecondi occhi a Maria,
Pregando Lei che del virgineo velo
Covrir si piaccia i piccioli tuoi figli;
E sulla cuna che li accoglie, il Cielo 28Mandi gli angeli suoi, piova i suoi gigli.
Crescete, o fanciulletti! Il mar v’attende,
Dubbio mar della vita. In pace è l’onda;
Limpido sull’aurora il ciel risplende, 32E le vele vi gonfia aura seconda.
Da lungi alzasi un canto e lo ripete
Di lido in lido l’aura innamorata:
«O voi, che l’onda a navigar prendete, 36Che senza pianto non fu mai varcata,