Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/114

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100 ad un’antica immagine della madonna.

     Pel suo fedel sepolto e pe’ garzoni
Lontan lontano militanti accende
Povera cera e doni
20Di pochi fior la vedovella appende,

     Che conta i giorni e piagne. Oh, se non vista
La sua lagrima cade, e profumato
Lin non la bee, men trista
24Anco sgorga dal cor racconsolato.

     Miti ha gli affanni il povero che crede
Nè per andar di tempi e di fortuna
Si pente della fede,
28Che da’ canti materni apprese in cuna.

     Dal fior della scïenza amaro tosco
Sugge l’audace secolo: più tenta
I chiusi abissi e fosco
32Più lo raggira il dubbio e lo tormenta.

     Stretti nel pugno i conquistati veri
Sale superbo incontro al cielo: immensa
Luce è ne’ suoi pensieri,
36Ma la notte del cor si fa più densa.

     Per tutto investigar di tutto incerto
Ciò che si creda e che si speri ignora.
O co’ tuoi sogni esperto
40La febbre ad irritar che ti divora,