Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/189

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a teresa barbera-fogazzaro. 175


     O mio soave Antonio, o Marïano,
E tu materna gloria, Ina! felici
     Io vi riveggo, o sospirati invano
16Per tante lune da’ lontani amici.

     Non io credea, che sì gran tempo Iddio
Ne volesse disgiunti. O quante volte
     Seguitai con inutile desio
20Fulgide nubi all’occidente volte!

     Quando dal trïonfato Etna torrenti
Precipitaro di guerriera lava,
     Le braccia apersi, ma confusa a’ venti
24L’altera visïon si dileguava.

     Sogno d’infranti cori ognor distrutto
E rinascente ognor, come d’arena
     Cumol leggero che scherzoso flutto
28Scioglie e rifà colla tornante piena,

     Quando fia che s’avveri? Il cor presago
Già l’ore ha noverate. Intanto in questa
     Fidata solitudine del lago
32Che barbarica insegna non funesta,

     La stanca anima mia possa una volta
Prevenir, festeggiando, i dì venturi;
     E alla gentil, che del suo nome ascolta
36Oggi l’aure echeggiar, sciorre gli augurî.