Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/240

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226 ricordi di tobia.

     Del tuo sii largo, e volgi mite il ciglio
Al tapinel che ti tende le braccia;
     Nè mai verrà che dal tuo volto, o figlio,
20Bieca si torca del Signor la faccia.

     Dunque al tapino quel che puoi concedi;
Molto darai, se abbondano gli averi;
     Se poca è la sostanza che possiedi,
24Dona il poco che puoi, ma volentieri.

     Oh che tesoro ti avrai ragunato,
Se mai batta il bisogno alle tue soglie!
     La limosina lava ogni peccato
28E l’uom nella suprema ora proscioglie.

     Chi dona al poverel quanto gli avanza
Non cadrà nella notte sempiterna;
     Ma di giustizia pieno e di fidanza
32Trarrassi innanzi alla pietà superna.

     Guardati, o figlio, dalle turpi voglie,
Nè gir in traccia di profani amori;
     Di una fedel contento unica moglie,
36Vietate gioie non cercar di fuori.

     Poni studio, o mio caro, che l’orgoglio
Non regni ne’ tuoi detti o nella mente;
     Da non altra radice uscì il germoglio
40Che tutta funestò l’umana gente.