Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/253

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le nozze di tetide e peleo. 239


     Teseo sol pensa: in lui sol uno ha fisse
Le luci, in lui sepolto ogni pensiero.
Ahi di che spine il core le trafisse
92La cruda madre dell’alato arciero,
Diva Ericina! E l’innocente afflisse
Nella stagion che baldanzoso e fiero
Teseo da’ porti uscì d’Atene e scese
96All’infausta magion del re Cretese.

     È vecchio grido popolar, che infetta
Da crudo morbo l’infelice Atene
Col sangue de’ suoi figli a scior costretta
100Del trucidato Androgeon le pene,
Di verginelle e di garzoni eletta
Schiera mandasse alle gortinie arene,
Belli, innocenti nell’età più fresca,
104Al crudo Minotauro orribil esca.

     Cotanto lutto del paterno nido
Teseo mirando, non patì l’oltraggio,
Ma giurò di morir pria che a quel lido
108Ancor l’infame pin fesse passaggio:
Salse animoso sulle navi, e fido
Il vento supplicando al suo vïaggio,
Sen venne e del magnanimo Minosse
112Alle sedi superbe appresentosse.