Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/30

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16 milton e galileo

Pegli anditi sacrati onda del canto,
Vano tu credi popolar trastullo,
Figlio, dell’uomo tu nel cor non leggi,
355E poeta non sei. L’Onnipotente
Ben io nel volto delle stelle adoro:
Pur quando all’alba l’umile chiesuola,
Che vedi là, m’accoglie, e l’inno ascolto
Delle devote vergini, lo Sposo
360Propizïanti a’ nostri error, più cara
Nè men solenne dentro mi risuona
La voce dell’Eterno. Il cor s’indura
Di scabro ver nella ricerca: usato
Colla materia a trattenersi, il lezzo
365Tosto ne bee, lezzo di fauno e tigre,
Se l’onorande lagrime felici,
Appiè dell’ara prorompenti, il gelo
Non accorrano a sciorne e la fragranza
Evaporata a rinnovarne. Immondo
370Di loto e sangue i lidi della vita
L’infante afferra; ma la Fè nel grembo
Virginal lo raccoglie, e de’ suoi riti
Per la cerchia magnifica, dall’onda
Rigenerante a’ balsami lo guida
375Che al moribondo atleta ungon la fronte.
Così per questo di chiarori e d’ombre
Barlume antelucan passa il credente,
Sul fango il piè, ma coll’aurora a fronte,
Che di misterïose aure la chioma