Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/304

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290 saffo a faone.


     Già manca a’ voli dell’acceso core
L’antica lena; mute e polverose
288Giaccion le corde che sonâr d’amore.

     Belle Lèsbidi, voi, vergini e spose,
Gioia del patrio mar, leggiadre amanti,
291Sulla cetra di Saffo un dì famose,

     Lèsbidi, voi che i fulgidi miei vanti
D’alcuna ombra spargete, ah, non venite
294Più d’ora innanzi a domandar miei canti.

     Le Pïeridi mie tutte fuggite
Son con Faone.... ah misera, che mio
297Quasi il dicean le labbra inavvertite.

     Fate ch’ei torni, e co’ begl’inni anch’io
Farò ritorno a voi. Come egli vuole
300Tacita io siedo, o carmi all’aure invio.

     Ma che giova pregar? Forse si duole
Quel cor selvaggio? O prende i pianti a sdegno
303E disperdono i venti le parole?

     Deh! che a me riconducano il tuo legno
I venti che ti portano i miei stridi;
306Tempo è ben che tu rompa ogni ritegno.