Pagina:Versi di Giacomo Zanella.djvu/334

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320 cefalo e procri.


     Quei d’una fiera il giungere
Udir pensando, in fretta
Sull’arco inconsapevole
92Incocca la saetta.

     Che fai? t’arresta, o Cefalo,
Vano timor t’assale.....
Che festi? A Procri, o misero,
96Vibrasti in sen lo strale.

     «O fatal selva! O Cefalo,
Ella cadendo esclama,
Come potesti uccidere
100La tua fedel che t’ama?

     Giovane io muoio; e giovane
Morir già non mi pesa,
Poi che di donna estrania
104Più non pavento offesa.

     Prendi il supremo anelito,
Aura temuta invano:
Tu le pupille chiudimi,
108O sposo, di tua mano.»

     Disse: e dal sen lo spirito
A poco a poco uscito
Tremanti i labbri accolgono
112Del pallido marito.