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20 VICRAMÒRVASI. — ATTO II. Manàvaco. Pururàvasa. Manàvaco. Pururàvasa. Manàvaco. Pururàvasa. ManXvaco. Pururàvasa. Manàvaco. Ahimè ! da che tu brami Questa beltà divina, Come l’augello Ciàtaco si pasce D'illusiva rugiada, Tu pur ti nutrì Hi celeste brina. Solo un po’ d’aura fresca Lo spirto affranto sollevar potria; Or tn dunque Sci parco Additami la via. Qjial via ? Sarà di qua... (11 av/w^no) Vedi i recessi Più nascosi del parco; Ecco l’Austro gentil venirti incontro Come ad ospite Invero, Ben chiamasti geutil quest’aura mite i Il soffio profumato della brezza Che irrora d’olezzante Brina il fior di Madàva, ed accarezza Le liane del Cùndi, in fra le piante Amore e gentilezza Si sposa insicm, che a me pare un amante ! Ei segua il suo costume; (avviandoli). E nel boschetto il mio signor s’addentri. Precedimi (entrambi fanno allo di entrare; il re con un tremilo) Sperai Olii — nell’ameno parco — Di ritrovar sollievo alle mie pene, Ma il contrario m’avviene: Poi ch’io non trovo in cosi bel recinto La pace onde il desio m’ha qui condotto, Sembro colui che da marca sospinto Voglia lottar con l’impeto del fiotto. Ciò come avviene, o sire? Tu sai ben che dapprima il dio d’amore Dai cinque dardi l’alma mia saetta ; SI ch’ella di lasciar non ha vigore Q^el ben che indarno conseguir s’aspetta. E poi la vista dei germogli in fiore Sbocciati della selva in fra l’erbetta, E il venticel che i lievi arbusti sfronda, Render potranno l’alma mia gioconda ? Via, cessi il tuo lamento ! Amore che fa pago ogni desio, Amor fra poco ti farà contento I VICRAMÒRV