Pagina:Vita del glorioso martire s. Secondo (1823).djvu/30

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singa, che con vane parole voglii separarci dall’amor verso quel Dio, che ora noi adoriamo? Quanto meglio per te sarebbe a nostro esempio lasciare quel falso culto, che professi, ed al grande Salvator del mondo rivolgerti! A che mai giovar ti potranno gli onori, e la grazia del tuo Adriano, se non forse a meritarti con esso un’eternità di pene? Lontano mai sempre sia da noi il pensiere di porgere incensi a’ falsi tuoi Dei; poichè nulla noi paventiamo i tuoi tormenti, e neppure la morte stessa, e risoluti siamo di essere sagrificati piuttosto pel nostro Redentor Crocefisso.

Vedendo Saprizio, che nulla potea più sperare da’ quegli Eroi, arrabbiato più che mai diè ordine, che fosse apparecchiata una caldaja di pece bollente, e che sul capo di essi fosse versata; ma come se quell’infuocato tormento fosse stata acqua refrigerante, nulla sentirono di pena, e dolore, anzi cantarono inni di gloria al suo Signore.