Pagina:Vita del glorioso martire s. Secondo (1823).djvu/56

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dino Icardo Cantore, D. Felice Gattinara, e D. Secondo Gioanni Groppa con due Chierici con torchia accesa si portarono nello scurolo, ove aprirono una ferrata, nella quale eravi in mezzo le seguenti cifre X X; aperta questa si vide il deposito, che restava coperto con una lapide di marmo, e in essa scolpite le seguenti parole Hic requiescat in pace E. M. Enga, et Gayvi Ă R. V., e nella terza linea duas germanas, e sotto di essa lapide videro due urne di pietra una separata dall’altra, ognuna delle quali capiva un corpo umano: furono queste aperte, e dopo aver visitate, e riconosciute le sante Reliquie furono nuovamente nelle lor casse riposte; e serrata la crate di ferro mandarono ad accendersi una lampada in segno di venerazione, come del tutto ne consta per testimoniali concessi dal Vescovo Milliavacca, rogati al Consegretaro Caramagna in data dei 16 febbrajo di dett’anno.