Pagina:Vita di monsignor Giacomo Goria vescovo di Vercelli (Cusano).djvu/7

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l’aggitavano, à suggestione del Demonio hebbe à dire: Nè tù, nè Giacomo Goria mi farà uscire da questo Corpo; di ciò avvisato esso Monsignor Vescovo Ajazza, spedì subito, per haversene contezza. Erasi all’hora il Goria minor Chierico, attendendo a Studj nella stessa Città d’Asti; onde presentatosi a Monsignor medesimo, ricevè espressa commissione d’essorcisare la stessa Donna,1 e però non tantosto diede principio a sì fatta Impresa, che il Demonio stesso sgridando, diceva: Lasciami, che parto, e mi vado, non mi tormentare. Et essendo il Demonio Padre della bugia, poco vi credè il Goria, per il che lo constrinse ad abbandonare quel Corpo, e di non più ritornarvi, anzi che di ciò gli ne desse certissimi segnali; E tanto fece lo Spirito Infernale, con la total rottura d’una delle Vetriate alle Finestre della stessa Chiesa, che pur rese maraviglia alla Città, e particolare consolatione a Monsignor Ajazza, e giontamente alla miserabil Donna liberata da sì horrendo assedio. Non lasciò il Demonio di far sue vendette verso il Chierico Goria, mentre più volte, di notte tempo, & nella propria Camera, ove solitario si dimorava,

 
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  1. Ex ejus Relatione.