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manoscritti li

Virginis, etc. MDIX del mese di Maggio. È di cc. 142 scritto e 6 bianche, cinque delle quali non numerate, rilegato in assi e pelle.

Contiene nelle prime 33 carte ventuna fra canzoni e ballate di Dante, quali per numero e per ordine nessun altro codice della Vita Nuova presenta; proprio in fine della c. 33b si legge Vita Nova di Dante Aligeri, che va a terminare alla fine della c. 55b; seguono (cc. 56a-64b), sotto il titolo Sonetti di Dante, parecchi sonetti e ballate, alcuni dei quali attribuitigli a torto, rimanendo poi quattro carte bianche sino alla fine del quinterno. A c. 69a, su di un nuovo quinterno, cominciano Canzoni di M. Cino, rimanendo anche qui alcune carte bianche sino alla fine del fascicolo (c. 88). I sonetti e le ballate dello stesso M. Cino cominciano col novo quinterno (c. 89); le canzoni del Cavalcanti sulla prima carta della seconda metà del medesimo quinterno; e così aveva il Mezzabarba lasciate pagine bianche prima di cominciare i Sonetti di Guido Caualcanti (115a); ma in esse scrisse poi anche canzoni d’incerti autori, perchè forse s’accorse che fra i sonetti e le ballate del Cavalcanti ce n’erano d’altri rimatori, senz’ordine, onde non tenne più distinte in queste ultime sezioni le rime dei vari autori. A quelle però del Petrarca riserbò un apposito quinterno, dove ricopiò anche la lettera a Leonardo Beccanugi; e in un altro quinterno, che è l’ultimo, trascrisse l’epistola del Petrarca stesso a Niccola Acciaiuoli (139a).

Lasciando di studiare a luogo più opportuno le relazioni di questo con altri codici di rime antiche, qui basterà notare che abbiamo davanti una raccolta, a cui il compilatore andava via via aggiungendo da Mss. diversi rime e varianti. Avendo trascritto nella prima sezione di rime dantesche (cc. 1a-33b) le canz. Donne che avete, Donna pietosa, Gli occhi dolenti, e la ballata Ballata, io vo’, il Mezzabarba tralasciò di ricopiarle quando le incontrò poi nella Vita Nuova; ma rimandò alla prima trascrizione, in margine alla quale, come da più indizi ci risulta sicuro, notò le varianti del testo che aveva davanti della Vita Nuova stessa. Fra quelle varianti è dunque da cercare il testo delle quattro poesie suindicate secondo il codice della Vita Nuova esemplato dal Mezzabarba. Altre varianti sono apposte alle rime trascrìtte insieme col testo prosastico, ma non è certo che fossero tratte da altro Ms. della Vita Nuova; anzi, poichè si trovano soltanto nella parte poetica, è da credere che provengano da un codice di rime varie: e poichè non è sicuro che fossero aggiunte posteriormente, ma può invece darsi che il Mezzabarba tenesse presenti due o più codici nell’atto della copia, lezioni del codice di rime varie possono essere entrate nel testo, e le correspettive del codice della Vita Nuova possono essere state relegate in margine.

Mancano le divisioni.