Pagina:Walpole - Il castello di Otranto, 1795.djvu/78

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siete povero non mel celate; io vi raccomanderò alla principessa Ippolita la quale ha un cuor molto compassionevole pe’ bisognosi, ed essa vorrà soccorrervi.” “Ah sì! voi vi apponete,” replicò l’incognito; “io sono infelice, nè so che voglia dire ricchezza; pure non mi lamento della sorte in cui il cielo mi ha posto, poichè son giovine, sano, e non mi vergogno di guadagnarmi il pane colle mie braccia: non crediate però che io sia superbo, o che io ricusi di accettare tali generose offerte, anzi mi ricorderò di voi nelle mie orazioni, e pregherò per la vostra misericordiosa persona, e per la vostra pia e rispettabil padrona; se mi sentite sospirare, ciò è per altri, e non per me.” “Ora capisco, signora,” disse Bianca all’orecchio di Matilda: “egli è certamente il contadinello; e giurerei di più che è innamorato... bene, bene... questo è un accidente curioso... caviamogli di bocca qualche cosa... già, a quel che ha detto, non vi conosce, e vi ha presa per