Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/104

Da Wikisource.
78 pensieri (3)

versi generi di poesia altro abbia per oggetto piú particolarmente il bello, altro il doloroso, altro anche il brutto e il vile, e però qual sia piú nobile e degno qual meno e non per tanto tutti sieno generi di poesia, nè ci sia oggetto di veruno di essi che non possa essere oggetto della poesia e delle arti imitative, ec.


*   La perfezione di un’opera di belle arti non si misura dal piú bello, ma dalla piú perfetta imitazione della natura. Ora, se è vero che la perfezione delle cose in sostanza consiste nel perfetto conseguimento del loro oggetto, qual sarà l’oggetto delle belle arti?


*   L’utile non è il fine della poesia, benché questa possa giovare. E può anche il poeta mirare espressamente all’utile e ottenerlo (come forse avrà fatto Omero) senza che però l’utile sia il fine della poesia, come può l’agricoltore servirsi della scure a segar biade o altro senza che il segare sia il fine della scure. La poesia può esser utile indirettamente, come la scure può segare, ma l’utile non è il suo fine naturale, senza il quale essa non possa stare, come non può senza il dilettevole, imperocché il dilettare è l’ufficio naturale della poesia.

*   Sentía del canto risuonar le valli
D’agricoltori, ec.


*   Piú ci diletterebbe una pianta o un animale veduto nel vero che dipinto o in altro modo imitato, perché non è possibile che nella imitazione non resti niente a desiderare. Ma il contrario manifestamente avviene; da che apparisce che il fonte del diletto nelle arti non è il bello, ma l’imitazione.


*   Il quattrocento restò dal fare, ma conservava l’idea del bello incorrotta; però, benché non facesse, pure apprezzava il fatto, anzi lo cercava; quindi l’infinito stu-