Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/207

Da Wikisource.
(68-69) pensieri 181

cosa che conviene sommamente alla ruvidezza e squallore di quel luogo. E nota che tutti gli altri uffizi attribuiti dalla mitologia alle divinità, sono attribuiti a Dei giovani. Qui solamente, perché si trattava dell’inferno, l’uffizio è dato ad un vecchio.


*   Il nascere istesso dell’uomo cioè il cominciamento della sua vita, è un pericolo della vita, come apparisce dal gran numero di coloro per cui la nascita è cagione di morte, non reggendo al travaglio e ai disagi che il bambino prova nel nascere. E nota  (69) ch’io credo che esaminando si troverà che fra le bestie un molto minor numero proporzionatamente perisce in questo pericolo, colpa probabilmente della natura umana guasta e indebolita dall’incivilimento.


*   Invenies allum si te hic fastidit Alexis. Quest’è uno sbaglio formale. Nessun vero amante crede di poter trovare un altro oggetto d’amore che lo compensi.


*   Oh infinita vanità del vero!


*   Quanto è piú dolce l’odio che la indifferenza verso alcuno! Perciò la natura intenta a procurare la nostra felicità individuale nello stato primitivo, ci avea lasciata l’indifferenza verso pochissime cose, come vediamo nei fanciulli sempre proclivi a odiare o ad amare, temere ec.


*   A quello che ho detto in altro pensiero si può aggiungere che gli stessi fiorentini pronunziano effe, elle, emme, esse ec. e non effi elli ec.; tanto è chiaro che la lingua umana dove manca l’appoggio della vocale, cade naturalmente in un’e.


*   Beati voi se le miserie vostre