Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/211

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(72-73-74) pensieri 185

e io stesso certamente in un’ora piú quieta conoscerò la vanità e l’irragionevolezza e l’immaginario. Misero me, è vano, è un nulla anche questo mio dolore, che in un certo tempo passerà e s’annullerà, lasciandomi in un vòto universale e in un’indolenza terribile che mi farà incapace anche di dolermi. (73)


*   Io non ho mai provato invidia nelle cose in cui mi son creduto abile, come nella letteratura, dove anzi sono stato proclivissimo a lodare. L’ho provata posso dire per la prima volta, e verso una persona a me prossimissima, quando ho desiderato di valer qualche cosa in un genere in cui capiva d’esser debolissimo. Ma bisogna che mi renda giustizia, confessando che questa invidia era molto indistinta e non al tutto e per tutto vile, e contraria al mio carattere. Tuttavia mi dispiaceva assolutamente di sentire le fortune di quella tal persona in quel tal genere, e raccontandomele essa la trattava da illusa ec.


*   La cagione per cui il bene inaspettato e casuale, c’è piú grato dello sperato è che questo patisce un confronto, cioè quello del bene immaginato prima, e perché il bene immaginato è maggiore a cento doppi del reale, perciò è necessario che sfiguri e paia quasi un nulla; al contrario dell’inaspettato, che non perde nulla del suo qualunque valore reale per la forza del confronto troppo disuguale.


*   «L’âme est si mal à l’aise dans ce lieu, (dice la Staël, delle catacombe, liv.5, ch.2. de la Corinne) qu’il n’en peut résulter aucun bien pour elle. L’homme est une partie de la création, il faut qu’il trouve son harmonie morale dans l’ensemble de l’univers, dans l’ordre habituel  (74) de la destinée; et de certaines exceptions violentes et redoutables peuvent ètonner la pensée, mais effrayent tellement l’imagination,