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finito del sentimento, se non applicandosi a degli oggetti, e perciò producendo un’impressione sempre secondaria e meno immediata, perché la parola, come i segni e le immagini della pittura e scultura, hanno una significazione determinata e finita. L’architettura per questo lato si accosta un poco piú alla musica, ma non può aver tanta subitaneità, ed immediatezza.

*   La speme che rinasce in un col giorno.
     Dolor mi preme del passato, e noia
     Del presente, e terror de l’avvenire.


*   Si può osservare che il cristianesimo, senza perciò fargli nessun torto, ha per un verso effettivamente peggiorato gli uomini. Basta considerare l’effetto che produce sopra i lettori della storia il carattere dei principi cristiani scellerati in comparazione degli scellerati pagani, e cosí dei privati, dei patriarchi, vescovi, e monaci greci (v. Montesquieu, Grandeur ec., Amsterdam, 1781. ch. 22) o latini. Le scelleratezze dei secondi non erano per nessun modo in tanta opposizione coi loro principii. Morto il fanatismo della pietà e il primo fervore di una religione che si considera come un’opinione propria e una setta e cosa propria, e di cui perciò si è piú gelosi, anche per li sacrifizi che costava il professarla; l’uomo in società ritorna naturalmente malvagio, colla differenza che, quando gli antichi scellerati operavano o secondo i loro principii o in opposizione di massime confuse poco note e controverse, i cristiani operavano contro massime certe, stabilite, definite, e di cui erano intimamente persuasi; e l’uomo è sempre tanto piú (81) scellerato quanto piú sforzo costa l’esserlo, massimamente contro se stesso, come per contrario accade della pietà. E infatti da quando il cristianesimo fu corrotto nei cuori, cioè presso a poco da quando divenne religione imperiale e riconosciuta per nazionale e passò in uo-