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202 pensieri (92-93)

di lei, quantunque ella giri e voli rapidissimamente. E già si sa che anche nei magnanimi ella è piú viva e presente, secondo che essi si trovano in circostanze di desiderii e mire piú vive, determinate e focose, forti, ferme ec. nelle grandi passioni ec.


*   La società francese la quale fa che «l’esprit naturel se tourne en épigrammes plutôt qu’en poésie» dice la Staël (vedi la Corinne, liv.15, ch. 9, p. 80, t. III, edizione citata da me alla pag. 87), rende ancora epigrammatica tutta la loro scrittura, ed abituati come sono a dare a tutti i loro detti nella conversazione une tournure che li renda gradevoli, un’aria di novità, una grazia ascitizia, un garbo procurato ec., ponendosi a scrivere, e stimando naturalmente che la scrittura non li disobblighi da quello a cui gli obbliga la raffinatezza della conversazione (naturale nel paese dove lo spirito di società è cosí grande, anzi è l’anima e lo scopo e il tutto della vita), e per lo contrario credendo che quest’obbligo sia maggiore nello scrivere che nel parlare (e con ragione, avuto riguardo al gusto de’ lettori nazionali che altrimenti li disprezzerebbero), si abbandonano a quello stesso studio che adoprano nella conversazione per renderla aggradevole e piccante ec.; e però il loro stile è cosí diverso da  (93) quello de’ greci e de’ latini e degl’italiani, non essendo possibile ch’essi accettino quella prima frase che si presenta naturalmente e da se a chi vuole esprimere un sentimento. E però le grazie naturali sono affatto sbandite dal loro stile, anzi è curioso il vedere quello ch’essi chiamino naturalezza e semplicità, come per esempio in La Fontaine tanto decantato per queste doti. In luogo delle grazie naturali il loro stile è tutto composto delle grazie di società e di conversazione; e quando queste sono conseguite, essi chiamano il loro stile semplice, come fanno sempre anche in astratto quando paragonano lo stil francese all’italiano, per