Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/292

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264 pensieri (157-158)

Del resto nelle altre arti le bestie non essendo influite dalla materia, che nella musica ha influsso naturale e indipendente dall’arte, non possono essere influite dall’arte stessa, non avendo la stessa idea della bellezza che abbiamo noi e che è tanto diversa anche tra noi. E quanto all’imitazione del vero che in noi cagiona una maraviglia naturale, potrebb’essere che la producesse anche in loro senza che noi ce ne accorgessimo, e potrebb’essere che non la capissero, ma prendessero gli oggetti imitati per veri, o finalmente (che dev’essere il piú ordinario) si formassero di quegli oggetti d’arte un’idea confusa tra l’oggetto vero e un altro che lo somigli, non potendo sapere quelle cose che sappiamo noi intorno all’artefice e alla maniera e alla difficoltà d’imitare in quel modo ec. ec., cose tutte che producono la maraviglia. E infatti vedrete in molti barbari che le belle imitazioni delle nostre arti, invece di destare maggior maraviglia, appena li commuovono.


     Del rimanente, anche intorno alla bellezza e a qualunque altra cosa appartenente alle arti, bisogna sempre ricordarsi della differente maniera di esistere, differente capacità di comprendere, di rapportare, di esser commossi, ec. e cosí regolarsi nell’istituire il paragone tra l’uomo e gli altri animali, e anche tra un uomo e un altr’uomo, non riputando necessario e assoluto, e perciò universale, quello ch’è arbitrario e relativo o nell’uomo o in qualunque animale, e perciò può non trovarsi o trovarsi differentemente negli altri.


*   Il piacere che ci dà il suono non va sotto la categoria del bello, ma è come quello del gusto, dell’odorato, ec. La natura ha dato i suoi piaceri a tutti i sensi. Ma la particolarità del suono è di produrre per se stesso un effetto piú spirituale (158) dei cibi, dei colori, degli oggetti tastabili, ec. E tuttavia osservate