Pagina:Zibaldone di pensieri I.djvu/486

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458 pensieri (418-419-420)

scelto  (419) di farlo, com’era naturale, nella piú nobile delle creature terrestri, abbia voluto assoggettarla ad una prova e permettere la sua corruzione e infelicità temporale, la quale ha dato luogo a tutta quella manifestazion di Dio, ch’é seguita dall’incremento della ragione umana, alla redenzione ec. Manifestazione che non avrebbe avuto luogo se l’uomo avesse conservato il suo grado e felicità naturale, ancorché piú perfetto, relativamente alla sua natura. Questa supposizione è conforme non solo alla ragione, ma espressamente al cristianesimo, il quale insegna (e non può altrimenti) che Dio permise il peccato dell’uomo per sua maggior gloria. Ora, secondo lo stesso cristianesimo, era certamente meglio che l’uomo non peccasse: ed egli sarebbe rimasto piú perfetto e piú buono non peccando, e non corrompendosi, e questo gli era destinato primordialmente. Eppure Iddio permise che peccasse. Dunque secondo lo stesso Cristianesimo, Dio permise un effettivo male per un bene: permise una cosa contraria alla destinazione dell’uomo. Dunque questa destinazione era meno atta alla gloria di Dio, secondo i suoi misteriosi giudizi.  (420) Altrimenti Dio avrebbe permesso un male, e sommo male qual è il peccato, senza motivo: avrebbe lasciato violare e guastare l’ordine da lui stabilito senza motivo; e non avrebbe fatto il meglio ma il peggio.


*   Cosí il Cristianesimo aiuta il mio sistema riempiendone le necessarie lagune nelle cose dove non arriva il nostro ragionamento: e di piú l’appoggia precisamente: come apparisce dal sopraddetto, massime dalla esposizione di quei luoghi della Genesi, i quali somministrano una formale e stretta dimostrazion religiosa del punto principale del mio sistema, cioè che la corruzione e l’infelicità conseguente dell’uomo è stata operata dalla ragione e dalla cognizione, (9-15 dicembre 1820), e consiste immediatamente nell’esso incremento loro.