Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/269

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256 pensieri (905-906-907)

fatto lo prova. Luigi XIV, o primo o uno de’ primi di quei regnanti che appartengono all’epoca della perfezione del dispotismo, diede subito l’esempio al mondo della moltitudine delle armate. Dato che sia questo esempio, il seguirlo è necessario. Perché, siccome oggi la grandezza di un’armata è arbitraria bensí, ma dipende e deve corrispondere quanto si possa a quella del nemico,  (906) cosí, se quella del nemico è grande, bisogna che ancor voi, se potete, ancorché non voleste, facciate che la vostra sia grande e superi, potendo, in grandezza la nemica; nello stesso modo che la potreste far piccola, anzi menomissima per le stesse ragioni, nel caso opposto, come ho detto, p. 902. Infatti l’esempio di Luigi XIV fu seguito sí da’ principi suoi nemici, sí da Federico II, il filosofo despota e l’autore di molti nuovi progressi del despotismo da lui felicemente coltivato e promosso. Ed egli parimente obbligò alla stessa cosa i suoi nemici. Finalmente la cosa è stata portata all’eccesso da Napoleone, per ciò appunto ch’egli è stato l’esemplare della forse ultima perfezione del despotismo. Non però quest’eccesso è l’ultimo a cui vedremo naturalmente e inevitabilmente arrivare la cosa.

Dico inevitabilmente, supposti i progressi o la durata del dispotismo e del presente stato delle nazioni, le quali due cose, secondo l’andamento dei tempi, il sapere che regna ec. non pare che per ora possano far altro che nuovi progressi o pigliar nuove radici. E in questo caso, dico inevitabilmente, sí per l’egoismo naturale dell’uomo e conseguentemente del principe, egoismo il cui effetto è sempre necessariamente proporzionato al potere dell’egoista, sí ancora perché dato che sia l’esempio e preso il costume questo andamento, la cosa si rende necessaria anche a chi non la volesse. E  (907) che ciò sia vero, osservate. Come si potrebbe rimediare a questo costume, ancorché egli sia in ultima analisi arbitrario e dipendente dalla vo-