Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/291

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278 pensieri (934-935)

di altre lingue che guastino quella tal lingua che si estende a misura che trova occupato il posto da altre e ne le caccia; ma che è un’impossibilità materiale, innata, assoluta, per cui, quando anche tutto il resto del mondo fosse vuoto o muto, quella tal lingua, dilatandosi piú che tanto, si dividerebbe a poco a poco in piú lingue. E ciò intendo di confermare anche colle osservazioni seguenti.

5°, Le colonie che trasportano di pianta una lingua in diversi luoghi, portandovi i di lei stessi parlatori  (935) naturali, sono soggette alla stessa condizione. Testimoni i tre famosi e principali dialetti delle colonie greche, jonico, dorico, eolico, per tacere d’infiniti altri esempi.

6°, Ciò non basta. Solamente che una nazione, senza occupare paesi discosti e forestieri, senza trasportarsi in altri luoghi, si dilati e formi un corpo piú che tanto grande, la sua lingua, dentro la stessa nazione e nelle sue proprie viscere, si divide e si diversifica piú o meno dalla sua primitiva, in proporzione della distanza dal primo e limitato seggio della nazione, dalla prima fonte della nazione e della lingua, la quale non si conserva pura se non in quel preciso e ristretto luogo dov’ella fu primieramente parlata. Testimoni i moltissimi dialetti minori ne’ quali era divisa la lingua greca dentro la stessa Grecia, paese di sí poca estensione geografica, il beotico, il laconico, il macedonico, lo spartano, il tessalico; e parimente suddivisi i di lei dialetti principali negli altri minori, cretese, sciotto, cipriotto, cirenese, delfico, efesio, lidio, licio, megarese, panfilio, fenicio, regino, siciliano, siracusano, tarentino ec. (Vedi Sisti, Introduzione alla lingua greca, § 211). Testimoni i dialetti della lingua italiana, della francese, della spagnuola, della tedesca e di tutte le lingue antiche o moderne, purché i loro parlatori siano piú che tanto estesi di numero e di paese. Che la lingua ebraica