Pagina:Zibaldone di pensieri II.djvu/304

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(950-951) pensieri 291



*    Alla p. 949. Mancare assolutamente di sistema (qualunque esso sia), è lo stesso che mancare di un ordine, di una connessione d’idee, e quindi senza sistema non vi può esser discorso sopra veruna cosa. Perciò quelli appunto che non discorrono, quelli mancano di sistema o non ne hanno alcuno preciso. Ma il sistema, cioè la connessione e dipendenza delle idee, de’ pensieri, delle riflessioni, delle opinioni è il distintivo certo e nel tempo stesso indispensabile del filosofo (17 aprile 1821).


*    Lo Spettatore di Milano, 15 febbraio 1816, quaderno 46, p. 244, Parte straniera, in un articolo estratto dal Leipziger Litteratur Zeitung, rendendo brevissimo conto di un opuscolo  (951) tedesco di Pietro Enrico Hotthaus, intitolato Anche nella nostra lingua possiamo e dobbiamo essere Tedeschi, pubblicato a Schwelm, presso Scherz, 1814, in-8° grande, dice che, fra le altre cose, l’autore intende provare che il miscuglio di parole straniere reca nocumento alla chiarezza delle idee (l’opuscolo è diretto principalmente contro il francesismo introdotto e trionfante nella lingua tedesca, come nell’italiana). Questo sentimento combina con quello che ho svolto in altri pensieri, dove ho detto che le parole greche nelle nostre lingue sono sempre termini e cosí si deve dire delle altre parole straniere affatto alla nostra lingua; e spiegato che cosa sieno termini e come si distinguano dalle parole. E infatti i termini e le parole prese da una lingua straniera del tutto potranno essere precise, ma non chiare; e cosí l’idea che risvegliano sarà precisa ed esatta, senza esser chiara; perché quelle parole non esprimono la natura della cosa per noi, non sono cavate dalle qualità della cosa, come le parole originali di qualunque lingua, cosí che l’oggetto che esprimono, sebbene ci si possa per mezzo loro affacciare alla mente con precisione e determinazione, non lo potranno però con chiarezza;